Il richiamo della foresta - Classici Ragazzi by Jack London

Il richiamo della foresta - Classici Ragazzi by Jack London

autore:Jack London [London, Jack]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2021-12-16T23:00:00+00:00


6.

PER L’AMORE DI UN UOMO

Nel dicembre dell’anno precedente John Thornton si era congelato i piedi e i soci lo avevano sistemato comodamente e lasciato lì a guarire mentre loro avevano risalito il fiume per mettere insieme una zattera di tronchi per Dawson. Zoppicava ancora leggermente quando aveva salvato Buck, ma il caldo ininterrotto fece sparire anche l’andatura claudicante. E qui, steso in riva al fiume nei lunghi giorni di primavera, Buck ritrovò lentamente le energie guardando l’acqua scorrere e ascoltando pigramente gli uccelli cantare e la natura mormorare.

Va sempre bene un riposo dopo quattromilaottocento chilometri, e va detto che mentre le ferite guarivano, i muscoli rifiorivano e la carne tornava a ricoprire le ossa Buck si faceva pigro. Se era per quello, poltrivano tutti in attesa della zattera che li avrebbe trasportati giù sino a Dawson – Buck, John Thornton, e Skeet e Nig. Skeet era una piccola setter irlandese che aveva subito fatto amicizia con Buck, il quale in punto di morte non era riuscito a respingere i suoi primi approcci. Aveva le caratteristiche da dottore che possiedono alcuni cani; lavava e puliva le ferite di Buck proprio come mamma gatta lava i suoi gattini. Come lui finiva la colazione, regolarmente tutte le mattine lei si dedicava al compito che si era affidata, sinché lui non cominciò a considerare quelle cure alla stregua di quelle di Thornton. Nig era altrettanto amichevole ma meno esplicito, l’enorme cane nero metà sant’Uberto e metà levriero scozzese con gli occhi sorridenti e un carattere infinitamente bonario.

Buck era molto sorpreso dal fatto che questi cani non manifestassero segni di gelosia nei suoi confronti. Aveva l’impressione che avessero in comune con John Thornton la cortesia e la grandezza. Più Buck recuperava energie, più loro lo coinvolgevano in qualsiasi genere di ridicolo gioco che Thornton stesso non poteva esimersi dal condividere; in questo modo Buck superò agevolmente la convalescenza sino a rinascere a nuova vita. Per la prima volta poteva avere un amore sincero e appassionato. Non l’aveva mai provato laggiù a casa del giudice Miller nella soleggiata Santa Clara Valley. Con i figli del giudice c’era stata un’associazione di lavoro per la caccia e il vagabondaggio; sui nipoti del giudice una specie di pomposa tutela; e con il giudice in persona, una nobile e distinta amicizia. Ma per l’amore febbrile e ardente di folle adorazione ci era voluto John Thornton.

Quell’uomo gli aveva salvato la vita, e già questo era qualcosa; ma, come se non bastasse, lui era il padrone ideale. Tanti uomini si occupavano del benessere dei loro cani per un senso del dovere e di vantaggio economico; lui si occupava del benessere dei cani come se fossero figli suoi, non poteva farne a meno. E andava oltre. Non dimenticava mai un saluto gentile o una parola incoraggiante e gli faceva piacere stare seduto a fare lunghe chiacchierate con loro (“le ciacole”, come le chiamava lui). Aveva quel modo rude di prendere la testa di Buck tra le mani e di mettere la propria testa



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